Possessi in agro di Lavello

Nel 1220, durante la dieta di Augusta, il vescovo di Melfi Richerio, familiaris dell’imperatore Federico II, ottenne una importante concessione da parte del valletto imperiale, nonché conte di Conversano, Andrea Lupino:
tenimentum Palpiani fluminis, quod est in territorio civitatis Lavelli pertinente ad Comitatum Cupersani.
La concessione ha cioè per oggetto un tenimento sito nei pressi del Lampeggiano, affluente dell’Ofanto, e insiste in un’area nella quale la diocesi possedeva già il feudo di Salsola. Alla luce di queste considerazioni è possibile ipotizzare che il vescovo di Melfi Richerio abbia approfittato dell’occasione offertagli dalla sua presenza alla dieta di Augusta per consolidare e dare maggiore compattezza territoriale ai possessi diocesani situati in agro di Lavello. Proprio su quest’area il metropolita di Melfi avrebbe avuto non poche difficoltà proprio con il dominus di Lavello: una bolla di papa Niccolò IV del 1291 attesta chiaramente che il signore di Lavello, Roberto de Giuriaco, turbava il presule melfitano nel pacifico possesso di tenimenti situati nella sua circoscrizione, avallato in questa sua opera nefanda da Roberto conte di Arras. L’intervento del pontefice fu sollecitato dal vescovo e dal capitolo di Melfi dopo un pronunciamento loro favorevole del vescovo di Monteverde, pronunciamento che evidentemente non aveva dato buoni frutti; la necessità di appellarsi direttamente al pontefice è sintomo del fatto che tale situazione durava ormai da tempo senza trovare una soluzione definitiva.