Abele Mancini

 

Abele Mancini nacque a Melfi il 16 agosto 1845 da Vincenza Maria Mandile e dal notaio Giuseppe, del quale rimase ben presto orfano.

Cominciò i suoi studi nel Seminario di Melfi, studi che tuttavia ben presto interruppe nel settembre del 1860, per partecipare ai moti risorgimentali. Divenne funzionario del Ministero delle Poste in cui era entrato giovanissimo.

Dedicò la sua vita alla ricerca storica, in particolare di Melfi e dei paesi del Vulture ed ebbe modo di stringere forti legami col politico e storico italiano Giustino Fortunato, nonché uno dei più influenti rappresentanti del Meridionalismo. A questi dedicò l’opera “Capitura et statura basculationis civitatis melphis”, nella quale rimarcò che «era ormai tempo che il nostro circondario (Melfi, Rionero, Venosa, Palazzo…) dovesse vivere come una sola famiglia e di smetterla con le innumerevoli bizze e discordie tra le cittadine».

Fu uomo illustre, patriota, storico, letterato di altissimo valore e coltivò la sua passione per la poesia. Scrisse numerosi versi d’amore e patriottici, tra cui spicca quella dedicata al Generale Lautrec durante l’espugnazione di Melfi del marzo 1528. Le sue poesie furono molto apprezzate anche dalla scrittrice e giornalista Matilde Serao. Tra le sue opere ricordiamo “Dell’applicazione della critica ai lavori storici”, “Della critica storica in Italia, “Melfi all’alba del secolo XX”, “Lo studio della filosofia critica-storica”.

Morì a Melfi il 29 luglio 1899. A lui è intitolata la piazza antistante ai giardini pubblici a Melfi.

 

 

 

Targa "Largo Abele Mancini" (Melfi)