Progetto

 

Il Decennio napoleonico (1806 - 1815) fu per l’Italia meridionale un periodo di grandi e durature trasformazioni che ridisegnarono completamente la struttura sociale, economica e amministrativa del Regno di Napoli. Una delle riforme più importanti fu, senza dubbio, l’istituzione - con il Regio decreto 29 ottobre 1808, firmato da Gioacchino Murat - dello Stato civile in tutti i Comuni del regno. Fino a quel momento la registrazione delle nascite, delle morti e dei matrimoni era stata una prerogativa della Chiesa che, dopo il Concilio di Trento, aveva affidato questo incarico ai parroci.

I registri dello Stato civile di Melfi, per il periodo compreso fra il 1830 e il 1860, conservati presso l’archivio di Stato di Potenza, sono stati il fulcro del lavoro di ricerca che qui viene presentata; e hanno consentito, attraverso la rilevazione, la raccolta e la proiezione grafica dei dati contenuti nelle 213 unità archivistiche consultate (198 registri e 15 fasci), di condurre un esame dell’andamento demografico della città relativamente al lasso di tempo citato.

A tale proposito sono stati raccolti i dati quantitativi relativi alle nascite, ai matrimoni celebrati e ai decessi avvenuti nel periodo citato. Inoltre, per dare maggiore consistenza e spessore al lavoro svolto, si sono rilevati anche altri elementi importanti per la comprensione dell’andamento demografico oltre che del tessuto sociale della cittadina; ad esempio, la consistenza del fenomeno dell’abbandono dei neonati, l’età dei coniugi al momento della celebrazione del matrimonio, l’età dei defunti e il mese in cui avveniva il decesso. Per semplificare e rendere più immediato l’accesso ai risultati della ricerca, i grafici relativi sono stati inseriti su una timeline contenuta nella home page del sito.

Da questi documenti, inoltre, sono emersi informazioni utili ai fini della ricostruzione di quel periodo storico, come i mestieri praticati, i nomi fantasiosi dei bambini abbandonati presso le ruote dei conventi, i certificati di nascita di Abele Mancini e di Floriano Del Zio, la vecchia odonomastica della città.

Particolare attenzione è stata prestata a quell’evento che ha segnato la città in maniera importante: il terremoto del 14 Agosto 1851.

Questa vicenda è stata approfondita ricorrendo ad altre fonti documentarie disponibili e presenti in archivio, quali l’Intendenza di Basilicata, il Consiglio generale degli ospizi di Basilicata, e gli Atti e processi di valore storico.

I dati raccolti sono stati divulgati attraverso la costruzione di questo sito web, al fine di tramandare la storia, la cultura e gli aneddoti del Nord della Basilicata e di preservare il patrimonio documentale locale dal suo progressivo deterioramento, tramite i moderni processi di digitalizzazione previsti dal "Codice dell'amministrazione digitale" (D. LGS. 07/03/05, n. 82). Abbiamo inoltre elaborato un piano di business volto alla valorizzazione del nostro territorio, affinchè esso possa assumere maggiore visibilità a livello nazionale e internazionale e diventare un'interessante meta del turismo culturale.

Questa esperienza è stata un’occasione per imparare a conoscere la storia cittadina in maniera diversa da come siamo abituati, non più attraverso i libri, bensì direttamente dalle carte; carte consumate dal tempo che, contenendo testimonianze dirette della vita vissuta dai nostri antenati, rivelano il fascino e la bellezza della storia delle nostre tradizioni e della nostra cultura; carte gelosamente conservate e consultate con cura perché custodi di un patrimonio inestimabile: quello della memoria del nostro territorio.

Melfi, 19 marzo 2013

Giuseppe D’Annunzio, Gemma D’Auria, Claudia Lamorte, Giorgio Urbino, Eugenia Viggiani