Mestieri
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Quali erano i mestieri più comuni praticati dai nostri antenati? Lo studio dei registri dello Stato civile ci offre la possibilità di conoscerne un’ampia varietà. La maggior parte di queste antiche attività sono ormai sparite, altre hanno semplicemente cambiato nome. Ne riportiamo alcune in modo tale da fornire uno spaccato della quotidianità di Melfi nell’800:
ARTIERE IPPICO: chi era addetto alla cura quotidiana dei cavalli BECCAMORTO: il necroforo BISCIOTTIERE: l’orefice BRACCIALE: il bracciante agricolo CESTELLARO: chi fabbricava e vendeva cesti, panieri e sporte, soprattutto in vimini e paglia CIVILE: chi faceva parte della nobiltà o della ricca borghesia FERRATORE: il maniscalco FONDACHIERE: l’addetto al fondaco, cioè il magazzino dove la merce sottoposta a dogana veniva depositata prima della sua commercializzazione FORNACIARO: chi era addetto alle fornaci IMBASTARO: il tappezziere MAESTRO D’ASCIA: il falegname specializzato nella costruzione di traini e carretti MANIPOLO: il manovale MASSARO: chi dirigeva un’azienda agricola PETTINAIUOLO: chi fabbricava pettini ROMITO: l’eremita SCARDALANA: chi cardava la lana SENSALE: il mediatore in affari e contratti, soprattutto nel settore dell’agricoltura e dell’allevamento, che fungeva da intermediario tra venditore ed acquirente SPEZIALE MANUALE: l’antenato del nostro farmacista VETTURINO: chi conduceva le vetture pubbliche a cavalli |