Stato Civile di Melfi
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Le truppe francesi guidate da Massèna, che entrarono a Napoli nel febbraio del 1806, inaugurarono una nuova stagione di riforme nel regno meridionale che investì anche l’ambito amministrativo. Una delle innovazioni più importanti - emanazione diretta del Codice napoleonico, l’ordinamento giuridico esteso anche al Regno di Napoli - fu l’istituzione dello Stato civile in tutto il regno, cioè di quello strumento che ancora oggi consente l’individuazione dello stato giuridico di un individuo in riferimento ai suoi rapporti familiari. La tenuta dei registri fu disciplinata dal Regio decreto del 29 ottobre 1808, n. 198. Dal 1809 in poi, i Comuni furono obbligati alla tenuta di tre registri redatti in duplice copia: nascite, matrimoni e morti, rigorosamente numerati, bollati e vidimati. Le prime copie dei registri dovevano essere conservate nell’archivio del Comune, le seconde copie presso il Tribunale competente per territorio. Le copie dei registri dei tribunali circoscrizionali sono quelle che sono state versate negli archivi di Stato. I sindaci, o in caso di legittimo impedimento i secondi eletti, furono incaricati della redazione dei registri, mentre il procuratore regio aveva il dovere di vigilare sulla loro regolare tenuta e sulla loro annuale trasmissione ai tribunali. I registri prestampati, uguali per tutto il Regno, venivano distribuiti dagli intendenti e sottointendenti ai comuni, dietro pagamento di somme prestabilite. Recavano sulla prima pagina gli articoli del Codice napoleonico che prescrivevano gli obblighi degli ufficiali incaricati della loro compilazione con le relative penali in caso di inosservanza della normativa attinente. L’iscrizione degli atti nello Stato civile era gratuita e gli ufficiali non avevano nessuna forza coattiva per obbligare i cittadini a registrare i loro atti, potevano solo accogliere le dichiarazioni che venivano spontaneamente presentate. L’estrazione di copie dai registri, invece, era a pagamento, a meno che il richiedente non fosse povero, in quel caso anche la produzione del certificato era gratuita. Oltre ai tre registri sopra elencati, venivano conservati negli atti dello Stato civile tutta la documentazione necessaria alla redazione degli stessi (processetti matrimoniali, fedi di battesimo rilasciate dai parroci, ecc.), e i registri di memorandum e di atti diversi dove venivano registrati, ad esempio, gli atti relativi al riconoscimento dei figli illegittimi, le nascite durante i viaggi per mare, le morti al di fuori del comune di residenza, le nascite dei bambini abbandonati, ecc.
Caratteristiche fisiche dei registri. I registri dello stato civile di Melfi, per il periodo preso in esame, sono costituiti da fogli prestampati con note manoscritte, rilegati nella tipologia standard della piena pergamena floscia o rigida; in alcuni registri è presente il rimbocco a busta fermato da lacci in pelle ovina. Pochi i casi di legatura in cartoncino rigido con dorso in pergamena utilizzata per raccogliere i documenti che costituiscono i cosiddetti processetti matrimoniali. |